Un intervento negativo rischia di far perdere fiducia e credibilità in aziende che investono costantemente nella ricerca e che forniscono tecnologie e sistemi avanzati, professionalità e assistenza completa per l’intera durata del lavoro.
Maurizio Crasso, direttore commerciale di Harpo verdepensile, azienda leader nel mondo del verde pensile, scrive una lettera aperta a imprese ed enti pubblici:
Ecco l’ennesimo caso di progettazione obsoleta indotta da regolamenti non più attuali.
In molti Comuni si fa riferimento al requisito di “permeabilità” di un lotto, come parametro urbanistico per contenere la sigillazione dei suoli, con l’obiettivo di ridurre l’afflusso di acqua piovana nelle fognature.
Nel contempo, nel caso di coperture a verde si richiede ancora la posa di spessori elevati, dai 70 ai 100 cm a seconda dei Comuni, per ragioni di cui personalmente non ho trovato alcuna giustificazione tecnica, soprattutto alla luce delle nuove tecnologie disponibili.
Nel caso riportato in foto in cui è stato posato un metro di terreno di risulta come da prescrizione, si ottiene un risultato che si commenta da solo.
Con prescrizioni di questo tipo non si ottiene alcun beneficio né da un punto di vista ambientale, né idraulico.
Le nuove tecnologie sul verde pensile a norma UNI 11235 consentono invece di utilizzare spessori di gran lunga inferiori e di scavare quindi meno per la costruzione delle fondazioni producendo meno materiale da conferire in discarica. Consentono di alleggerire la parte strutturale, forniscono prestazioni precise da un punto di vista idraulico e termotecnico e rappresentano infine un ottimo strumento di tutela della biodiversità, il tutto con referenze più che decennali.
Insomma permettono di risparmiare e nel contempo servono a qualcosa. Non proprio come nel caso riportato in oggetto.
Maurizio Crasso
Direttore Commerciale Harpo verdepensile