Nei centri urbani a partire dalla tarda primavera e in estate si verifica sempre più spesso un fenomeno microclimatico, detto effetto isola di calore – Urban Heat Island – , che comporta un surriscaldamento locale con un aumento delle temperature anche fino a 4- 5° rispetto alle zone periferiche o alle campagne. Negli ultimi anni questo fenomeno è aumentato di intensità, frequenza e durata: oggi 200 milioni di abitanti, in più di 350 città, vivono con temperature estive superiori ai 35 °C. Entro il 2050 le città che registreranno queste temperature saranno 970.
Le isole di calore sono uno dei principali problemi che affliggono le nostre città e rappresentano un grave minaccia per la salute pubblica; saranno soprattutto le città del Mediterraneo a fare le spese dell’effetto combinato dell’aumento di temperatura (+2-5°C su scala regionale e fino a +7 °C nelle città entro il 2100) e dell’inquinamento dell’aria, come già confermato dalle ondate di calore e dai picchi di inquinamento registrati dal 2000 in avanti in tutta Europa. ( fonte ENEA – Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile ).
In Italia sono attivi studi interdisciplinari ( Torino, Firenze, Ferrara, Roma solo per citarne alcuni ) per mappare in maniera dettagliata questo fenomeno e procedere ad analisi di valutazione del rischio legato al nesso calore – salute nelle città. Il Comune di Firenze nello specifico ha integrato la pianificazione del verde all’interno del PRGC con l’obiettivo di estendere l’accessibilità dei cittadini alle aree verdi; ha inserito quindi nel Piano operativo delle azioni sistemiche per mitigare l’effetto delle isole di calore, tra queste l’utilizzo di giardini e tetti verdi, che si rivelano l’infrastruttura verde d’elezione in grado non solo di mitigare la temperatura dell’aria ma di compiere un’attività di regimentazione delle acque piovane, di purificazione dell’aria, di mantenimento della biodiversità, di contenimento energetico, riduzione dell’inquinamento acustico.
Le principali cause dell’effetto isola di calore sono:
- le caratteristiche termiche e radiative dei materiali con cui sono costruite le città: l’asfalto e il cemento sono poco riflettenti nei confronti della radiazione solare e possiedono un’alta capacità termica.
- la geometria delle città che crea una vera e propria trappola nei confronti del calore assorbito: la radiazione solare viene riflessa e assorbita più volte tra i muri degli edifici.
- la densità degli edifici che smorza l’effetto del vento, che favorirebbe un ricambio d’aria e un conseguente raffrescamento della città e una dispersione delle particelle inquinanti.
- il calore generato dalle attività umane: il traffico e le emissioni delle automobili, i sistemi di riscaldamento e raffrescamento degli edifici sprigionano una grande quantità di calore che non viene adeguatamente dispersa.
- la cementificazione che sigilla e impermeabilizza il suolo naturalmente permeabile e che comporta oltre alle ondate di calore, un aumento degli allagamenti, la perdita di aree verdi, la diminuzione della biodiversità, e l’aumento della concentrazione di polveri inquinanti.
Tutte le strategie per la riduzione dell’effetto isola di calore sono legate all’incremento della percentuale di aree verdi su quelle cementificate: parchi, giardini, tetti e facciate verdi sono strumenti di mitigazione del microclima urbano e, di conseguenza, dei suoi nefasti effetti economici, sociali e ambientali. In particolare la progettazione e la realizzazione di coperture a verde pensile:
- concorre a mitigare gli effetti del riscaldamento dell’atmosfera grazie all’evapotraspirazione della vegetazione.
- contribuisce a migliorare l’isolamento termico della copertura e dell’edificio.
- abbatte significativamente le polveri sottili
- contrasta la perdita di ecosistemi nelle città soffocate dal cemento
- aiuta ad accumulare, trattenere e restituire lentamente l’acqua piovana all’ambiente riducendo drasticamente la dispersione di questa risorsa preziosa e permettendo di gestire il deflusso delle acque su superfici impermeabili in caso di eventi estremi.
A causa degli effetti del cambiamento climatico è divenuto ormai urgente diffondere e utilizzare in modo massivo le “nature-based solutions” in ambiente urbano. Noi di Harpo verdepensile da oltre 20 anni sviluppiamo e produciamo sistemi tecnologici per il verde pensile – a norma UNI 11235/15 – specifici per il clima mediterraneo.
Il nostro sistema RIC – ritenzione idrica controllata – è stato sviluppato lavorando sulle prestazioni del sistema per aumentare sia la resistenza sia la resilienza del verde pensile in ambito urbano. Il nostro laboratorio interno di ricerca e sviluppo – in concerto con Istituti di Ricerca e Università – ha sviluppato una soluzione adattativa che consente un risparmio dell’acqua di irrigazione e stimola le piante a un uso efficiente delle risorse.
È un sistema integrato che si basa sulla sinergia tra il verde pensile Harpo e le tecnologie di automazione, modificando l’approccio tradizionale all’irrigazione.
Il nostro sistema RIC contribuisce inoltre all’attribuzione dei punteggi Leed, lo standard di certificazione energetica e sostenibilità più diffuso al mondo.
Per approfondire ti invitiamo a leggere e a condividere l’articolo pubblicato sul nostro blog dove abbiamo presentato il nostro sistema RIC.
Le nostre soluzioni Harpo verdepensile possono essere classificate secondo il tradizionale criterio definito dalla norma UNI di riferimento, cioè in: verde pensile estensivo, intensivo, intensivo leggero e inclinato.
Il sistema Harpo verdepensile estensivo è concepito per sostenere lo sviluppo di vegetazione selvatica, quella che richiede un minor livello di manutenzione. È il sistema più leggero e con spessori più bassi, dal costo più contenuto e di facile realizzazione. Viene prevalentemente utilizzato con valenza di mitigazione e compensazione ambientale e contribuisce a migliorare le prestazioni termiche dell’edificio oltre a favorire la biodiversità in contesto urbano.
Il sistema Harpo verdepensile intensivo è studiato per consentire la
realizzazione di qualsiasi tipo di giardino pensile, anche con alberature di medio-grandi dimensioni, arredi pesanti e aree pavimentate pedonali e talvolta carrabili. Il sistema intensivo leggero consente un alto livello di fruibilità del verde pensile, solitamente a tappeto erboso o arbusti tappezzanti, pur con un significativo contenimento degli spessori, del peso totale, oltre che dei costi di realizzazione e della successiva manutenzione.
Infine il sistema a verde pensile inclinato è studiato per prevenire lo scivolamento degli elementi della stratigrafia. I tetti verdi inclinati sono rinverditi con tappezzanti perenni a basso sviluppo, in modo da alleggerire gli oneri manutentivi.
Per scoprire i sistemi e i prodotti Harpo verdepensile segui il link SISTEMI E PRODOTTI SISTEMI A VERDE PENSILE.
Inoltre il nostro ufficio tecnico è sempre a tua disposizione per prenotare una consulenza e richiedere un preventivo personalizzato; trovi i nostri contatti QUI.