


In questo numero:
- Si fa presto a dire verde
Elena Granata - Giardinaggio Eco-logico. Dovremo dire addio ai prati o rinunciare a piantar camelie e ortensie?
Riccardo Albericci - La giusta fame di verde: come ri-abitare la propria terra trasformando gli ostacoli in opportunità per il futuro?
Marilena Baggio - Strategie e applicabilità delle Nature Based Solutions in ambienti urbani storici o densamente edificati.
Alberto Giuntoli - Terzo Paradiso Coltivare la città. Rigenerazione sociale e urbana delle torri di via Russoli a Milano.
Tiziana Monterisi - Acqua e verde pensile: l’alleanza tra fisiologia e tecnologia per garantire risparmio idrico e piante sane.
Andrea Nardini Martina Tomasella
Vedi gli altri numeri di Harpo Digital Magazine
- Harpo Digital Magazine – N°4-2025 – Terra. Risorse naturali e soluzioni sostenibili per resilienza e benessere – Elena Granata
- Harpo Digital Magazine – N°3-2024 – Effetto clima. Climatizzare le politiche locali
- Harpo Digital Magazine – N°2-2024 – Città verdi: il futuro sostenibile si avvicina alla natura
- Harpo Digital Magazine – N°1-2023 – Acqua: elemento vitale per la nostra esistenza
Acqua e verde pensile: l’alleanza tra fisiologia e tecnologia per garantire risparmio idrico e piante sane
di Andrea Nardini e Martina Tomasella
La diffusione del verde pensile quale strumento di adattamento ai cambiamenti climatici nelle aree urbane richiede approcci integrati volti a garantire la sopravvivenza delle piante con il massimo risparmio idrico possibile. Le conoscenze sulla fisiologia delle piante, unite a innovazioni tecnologiche nello sviluppo delle stratigrafie e dei sistemi di irrigazione, hanno portato a soluzioni vantaggiose che ora vedono nuove possibilità di applicazione e diffusione.
Il verde pensile rappresenta uno dei componenti fondamentali delle infrastrutture verdi urbane, e contribuisce all’adattamento delle città ai cambiamenti climatici attraverso i molteplici benefici che può offrire: regolazione dei deflussi meteorici, contrasto all’isola di calore urbano, rimozione degli inquinanti atmosferici, supporto alla biodiversità. Le prestazioni tecniche del verde pensile dipendono da una adeguata copertura vegetale che sia in grado di sopravvivere a condizioni microclimatiche spesso severe. Negli ambienti mediterranei, stress termico e stress idrico offrono sfide notevoli alle piante e agli sviluppatori di sistemi per il verde pensile, che impongono soluzioni a tre livelli: scelta del substrato, selezione di vegetazione stress-tollerante, e strategie di irrigazione ad elevato risparmio idrico. In anni recenti, la sempre più stretta collaborazione tra esperti di fisiologia vegetale e professionisti con elevata competenza tecnologica nel campo dello sviluppo di substrati e sistemi di irrigazione ha aperto strade innovative per una gestione sostenibile del verde pensile anche in condizioni climatiche sfavorevoli.
Substrati e stratigrafie per verde pensile: la tecnologia dell’accumulo sapiente di acqua
Le piante ricavano l’acqua per la loro crescita e sopravvivenza dal suolo, che nei sistemi a verde pensile è sostituito da substrati specifici, spesso a limitato spessore, supportati da stratigrafie tecnologiche che includono sistemi di accumulo e drenaggio delle acque meteoriche. Non tutta l’acqua trattenuta dai suoli dopo eventi di precipitazione o irrigazione può essere assorbita dalle piante, in quanto una parte viene fortemente trattenuta dalle particelle minerali, in ragione del loro diametro e della loro composizione mineralogica. In pratica, i livelli energetici dell’acqua pur ancora presente nel suolo possono diventare troppo bassi per permetterne l’assorbimento da parte degli apparati radicali. Ad esempio, i suoli argillosi possono trattenere grandi quantità di acqua, diventando molto pesanti in condizioni di massima ritenzione idrica, ma solo la metà o meno dell’acqua trattenuta è effettivamente disponibile per le piante. Ciò li rende poco adatti per installazioni a verde pensile. I moderni substrati per verde pensile vengono progettati con grande attenzione in termini di tipologia e granulometria dei componenti, per garantire peso contenuto a massima ritenzione pur con elevato contenuto di acqua, ed elevate frazioni di acqua disponibile per le piante, permettendo quindi di prolungare la sopravvivenza della vegetazione tra una precipitazione (o irrigazione) e la successiva.
Verde pensile e siccità: conoscere la fisiologia delle piante per selezionare le specie migliori
La selezione di specie vegetali in grado di tollerare le condizioni climatiche dei tetti verdi è un passaggio cruciale della progettazione di queste infrastrutture. Infatti, lo stato di salute della vegetazione non influenza solamente le qualità estetiche del verde pensile, ma ne determina le prestazioni tecniche in termini di regimentazione idraulica e raffrescamento. Il comune utilizzo di coperture a Sedum sp. deriva dall’assunzione che la succulenza fogliare sia un carattere fondamentale per la sopravvivenza delle piante allo stress idrico, ma alcuni studi hanno dimostrato che questa caratteristica morfo-anatomica non è di per sé garanzia di sopravvivenza e buone prestazioni della copertura a verde. In anni più recenti, l’analisi delle caratteristiche fisiologiche alla base della tolleranza all’aridità delle diverse specie vegetali ha permesso di individuare parametri predittivi del loro successo su coperture a verde pensile. Questi parametri descrivono la capacità delle cellule della pianta di sopravvivere anche a condizioni di forte disidratazione, nonché la capacità degli apparati radicali di rimanere vitali anche quando esposti alle temperature elevate che vengono inevitabilmente raggiunte in substrati relativamente sottili. Questo approccio innovativo permette di progettare assemblaggi di specie forse inusuali nell’attuale panorama del verde pensile, ma idonei per condizioni climatiche anche estreme, non solo favorendo le prestazioni finali dell’infrastruttura verde ma anche contribuendo ad un aumento della biodiversità urbana.
Irrigazione: il segreto del risparmio idrico sta nella conoscenza delle relazioni pianta-acqua
Pur con le accortezze sopra citate nella selezione dei substrati e delle piante, il mantenimento delle proprietà estetiche e funzionali del verde pensile nelle regioni aride o semi-aride non può essere garantito in assenza di sistemi di irrigazione. Considerando la sempre maggiore criticità delle risorse idriche, l’ottimizzazione dell’irrigazione nell’ottica del risparmio dell’acqua è un fattore fondamentale per rendere sostenibile il verde pensile anche nelle aree calde e siccitose, dove i vantaggi di queste infrastrutture sono più tangibili. Le strategie di irrigazione tradizionali, basate su somministrazioni di acqua relativamente abbondanti e frequenti per mantenere il massimo contenuto idrico del substrato, riducono sia la sostenibilità che l’efficienza prestazionale del verde pensile. Infatti, un substrato a massima ritenzione idrica non può accumulare ulteriori volumi in caso di precipitazioni, riducendo l’effetto di regimentazione idraulica urbana. Inoltre, le piante acclimatate a condizioni di persistente buona disponibilità di acqua presentano tratti morfo-anatomici e fisiologici che le rendono più vulnerabili ad episodi di stress idrico, sempre possibili in caso di guasti al sistema di irrigazione o in condizioni di elevate temperature dell’aria pur con substrato umido. In anni recenti, le conoscenze relative alla fisiologia delle relazioni pianta-acqua-suolo hanno permesso di sviluppare sistemi di irrigazione ‘intelligenti’ che limitano fortemente il consumo idrico garantendo la sopravvivenza delle piante e favorendone l’acclimatazione a condizioni di stress idrico. Questi sistemi si basano su sensori inseriti nel substrato che rilevano il contenuto d’acqua e il suo livello di energia libera, e regolano i volumi di irrigazione in modo da mantenere questo livello poco al di sopra del valore critico per l’estrazione dell’acqua da parte delle piante e la loro sopravvivenza. In questo modo, i substrati vengono mantenuti a contenuti d’acqua relativamente bassi e restano pronti ad assorbire eventuali piogge, mentre le piante riescono a superare periodi critici e al contempo vengono indotte ad adottare strategie di uso dell’acqua ‘parsimoniose’ che migliorano le loro capacità di sopravvivere a condizioni di stress idrico. Un recente studio ha dimostrato che questo approccio può portare a una riduzione di circa il 70% dei volumi di acqua usati per irrigare il verde pensile, se confrontato con sistemi tradizionali basati sulla somministrazione costante di volumi di acqua pre-impostati, pur mantenendo inalterata la copertura vegetale complessiva.
Nel complesso, le conoscenze accumulate nel campo della fisiologia delle relazioni suolo-pianta-acqua e le strategie di sviluppo tecnologico che ne sono derivate promettono un futuro in cui il verde pensile sarà sempre più sostenibile e utilizzabile per favorire l’adattamento climatico delle città anche in contesti caldi e siccitosi.

Andrea Nardini e Martina Tomasella
Andrea Nardini è Professore ordinario di Fisiologia vegetale presso il Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Trieste. Da oltre 25 anni si occupa dello studio della risposta delle piante allo stress idrico, con ricerche sia di base che applicate alla produzione forestale, all’agricoltura, e allo sviluppo del verde urbano.
Martina Tomasella è Ricercatrice in Fisiologia vegetale presso il Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Trieste. Si occupa principalmente dello studio della resistenza e resilienza allo stress idrico nelle piante, con un focus particolare sulle relazioni pianta-acqua.
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