Strategie di applicabilità delle NBS (Nature-Based Solutions) in ambienti urbani storici o intensamente edificati

di Alberto Giuntoli

Le NBS possono essere definite come “azioni per proteggere, gestire in modo sostenibile e ripristinare gli ecosistemi naturali e quelli modificati che affrontano le sfide sociali in modo efficace e adattivo, fornendo al contempo benessere per gli esseri umani e benefici per la biodiversità.” (International Union for Conservation of Nature).

fonte _IUCN WORLD CONSERVATION CONGRESS MARSEILLE

In linea generale il concetto di fondo delle NBS nasce da un approccio ecosistemico, ritenendo la natura stessa in grado di fornire le soluzioni migliori per affrontare le sfide sociali e climatiche odierne. Gli ecosistemi producono una gamma diversificata di servizi da cui dipende il benessere umano, dallo stoccaggio del carbonio al controllo delle inondazioni, dalla stabilizzazione di coste e pendii alla fornitura di aria e acqua pulita, cibo, carburante, medicine e risorse genetiche.

Le società umane per questo devono porsi in maniera differente nei confronti di queste realtà in quanto gli uomini non solo possono beneficiare della natura, ma possono anche proteggere, gestire o ripristinare in modo proattivo gli ecosistemi naturali, apportando un contributo propositivo e significativo alla qualità della vita e alla conservazione del pianeta così come lo conosciamo.

L’utilizzo delle NBS si predilige su aree a rischio o già fortemente alterate ed hanno una funzione  di “riqualificazione” come ad esempio: incremento della sostenibilità dei sistemi urbani, recupero degli ecosistemi degradati, mitigazione dei cambiamenti climatici, miglioramento della gestione del rischio idraulico, implementazione della resilienza dei contesti storici.

Gli ambienti urbani storici o intensamente edificati sono infatti tra i luoghi in cui gli interventi delle NBS risultano più necessari al fine di recuperare un migliore equilibrio tra costruito e Natura. “Attualmente le città richiedono i due terzi dell’energia globale e producono fino all’80% delle emissioni di gas serra ed il 50% dei rifiuti” (Mccormick and Leire, 2020).

In questi contesti infatti l’inquinamento è maggiore ed anche il rischio alluvioni è più elevato a causa della massiccia impermeabilizzazione dei suoli dove il territorio risulta più densamente urbanizzato. Indipendentemente dalle condizioni microclimatiche, l’impatto dell’effetto isola di calore urbana è maggiore quando l’area è molto costruita, soggetta a traffico veicolare ed elevato afflusso di persone. Inoltre, in città, anche gli effetti del Climate Change saranno amplificati.

Promuovere una trasformazione dell’ecosistema urbano

 Coniugare transizione ecologica, paesaggio e storia, applicando le NBS, diventa quindi la sfida per costruire le città del futuro. La difficoltà principale nasce dal fatto che le città storiche e gli ambienti intensamente edificati sono carenti di spazi in cui operare progetti migliorativi. Motivo per cui è fondamentale intervenire con opere “piccole” ma che messe in rete sono capaci di generare meccanismi estremamente positivi per l’ambiente e la vivibilità.

Anni di ricerche hanno infatti sottolineato la relazione tra piante e uomo in termini di salute e benessere. Con l’incremento di verde in ambienti urbani è stata registrata la riduzione del 25% dei casi di violenza domestica e del 7% dei crimini, assieme agli incidenti stradali (Kuo & Sullivan, 2001). I bambini mostrano maggiore capacità di attenzione se le scuole presentano aree verdi. Il pedagogo americano R. Louv (2006) ha coniato l’espressione “Disturbo da deficit di Natura” in relazione a problemi di crescita emotiva nei bambini che può essere curato dal contatto con la Natura. Il tema diventa dunque quello di promuovere una trasformazione dell’ecosistema urbano preservando i valori: di paesaggio, biodiversità animale e vegetale, identità dei luoghi, tradizione e cultura.

Esempi di applicazione delle NBS

Le NBS sono dunque possibili interventi da attuare su spazi pubblici e privati, di cui  riportiamo, a titolo esemplificativo, alcuni nostri progetti sull’utilizzo di queste strategie a scale diverse. Il Parco del termovalorizzatore di Parma (2007-20013) è una infrastruttura verde che oltre a mitigare l’inquinamento prodotto dall’impianto integra gli aspetti paesaggistici ed ambientali con funzionalità didattiche e di fruizione pubblica. Tale intervento rientra nella tipologia NBS prossime ad insediamenti industriali, che, per i notevoli benefici apportati, deve sempre prevalere lì dove è possibile. Il progetto nello specifico è stato preceduto da uno studio inerente la deposizione secca degli inquinanti gassosi e del particolato (PM10) potenzialmente ottenibile dalle piante del parco.

Parco del termovalorizzatore di Parma

In scala più ridotta ma sempre relativo ad uno spazio pubblico è il Progetto della piazzetta dei Marmi, progettato nel 2010 a Forte dei Marmi in collaborazione con Arch. Andrea Pacchiarini.

Il progetto, si inserisce come tipologia di piccoli interventi in luoghi urbanizzati e bilancia l’impatto delle costruzioni e la durezza delle pavimentazioni con una scelta di piante caratterizzate da morbidezza ed ampia ricchezza di colori. Si tratta di una copertura, un tetto verde sopra il parcheggio, che però riesce a innescare anche meccanismi positivi in termini di conservazione della biodiversità su microscala oltre che altri servizi ecosistemici.

Progetto della piazzetta dei Marmi, Forte dei Marmi

Per finire si menziona il progetto di un Giardino geometrico a Firenze (2020 Firenze) – Il giardino si ispira allo stile della villa disegnata dall’Arch. Savioli negli anni 60, la cui peculiarità risiede negli incastri tra le travi e i pilastri in calcestruzzo. Questi sono stati riproposti all’esterno, intersecando siepi formali ad aiuole miste di piante erbacee e tappezzanti. In questo caso il tipo d’intervento proposto prevede anche la  realizzazione di un tetto verde per un giardino privato andando a coniugare benefici funzionali ed estetici e mitigando gli effetti negativi di una copertura classica. 

Giardino geometrico, Firenze

In conclusione, l’utilizzo delle NBS è sempre opportuno ma la scala degli interventi sarà diversa a seconda delle dimensioni dei  siti di intervento e anche delle sue caratteristiche storiche e culturali. Infatti, spesso, nelle situazioni di maggiore densità del tessuto urbanizzato e di più elevato valore storico culturale sarà possibile utilizzare solo interventi in microscala, la cui valenza  sarà però amplificata se  potranno diventare parte di una infrastruttura verde più ampia attraverso una riconnessione ecologica all’intero ecosistema urbano.

Alberto Giuntoli​

Alberto Giuntoli si laurea a Firenze con una tesi sul restauro del giardino rinascimentale di Boboli e acquisisce il suo PhD alla University of Essex (UK). Accademico dei Georgofili, membro del Comitato per lo sviluppo del verde pubblico del Ministero dell’Ambiente e Sicurezza Energetica, membro del consiglio direttivo del Parco Nazionale delle 5 Terre, Alberto Giuntoli è International member della American Society of Landscape Architects (ASLA), direttore della rivista di giardini ed orticoltura il Bullettino e presidente della Società Toscana di Orticultura la più antica associazione di orticoltura italiana.
Alberto Giuntoli è socio fondatore con Silvia Bellesi dello Studio Bellesi Giuntoli, un atelier multidisciplinare di architettura del paesaggio che si occupa su diverse scale di masterplan e pianificazione, progettazione di giardini pubblici e privati, restauro, direzione lavori e consulenza ambientale.