Il Piano del Verde di Padova ovvero strategie e criticità legate alla diffusione del verde nelle città italiane. Un’intervista a Ciro Degl’Innocenti, Capo Settore Verde, Parchi e Agricoltura Urbana del Comune di Padova.
Il 13 ottobre 2023 si è svolta presso l’Università Iuav di Venezia una conferenza – patrocinata anche da noi di Harpo verdepensile – dedicata alle soluzioni nature-based in ambito urbano, con un focus sugli aspetti funzionali e prestazionali della vegetazione e dei sistemi tecnologici vegetati.
Tra obiettivi dell’evento diffondere e condividere le ricerche completate e in corso che mirano ad accrescere la conoscenza e la cultura tecnica delle NBS – nature-based solutions – riunendo in dibattito interdisciplinare alcuni tra i professionisti più coinvolti ed esperti del settore.
I temi attorno a cui si è articolata la giornata erano i seguenti:
- la gestione idrologica urbana, con un approfondimento sulle tecnologie e i servizi che ripristinano i deflussi naturali favorendo la transizione a una gestione virtuosa dell’acqua nelle nostre città
- la protezione della biodiversità e dei servizi eco-sistemici, valori fondamentali nella lotta ai cambiamenti climatici
- gli impatti delle NBS sul microclima urbano e i loro benefici termici, gli obiettivi prestazionali delle soluzioni verdi producono infatti vantaggi energetici outdoor e indoor
- la gestione, la manutenzione e il fabbisogno idrico della vegetazione
Su quest’ultimo argomento è intervenuto il Dott. Ciro Degl’Innocenti, Capo Settore Verde, Parchi e Agricoltura Urbana del Comune di Padova con il quale abbiamo approfondito strategie e criticità legate alla diffusione del verde nelle città italiane.
Laureato in Scienze agrarie, specializzato in Architettura dei giardini e progettazione del paesaggio, il Dott. Degl’ Innocenti ha presentato alla platea il “Piano di gestione del patrimonio arboreo” della città di Padova che rappresenta uno strumento strategico che guida le politiche di trasformazione locale e le conseguenti scelte dell’Amministrazione comunale in materia di verde pubblico e definisce i principi e i criteri di indirizzo per la realizzazione delle aree verdi pubbliche della città.
“Il Piano segue le linee guida della Strategia Nazionale del Verde Urbano del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, promuovendo un nuovo modello di pianificazione e progettazione urbana più attenta alla mitigazione e all’adattamento al cambiamento climatico, alla tutela della biodiversità e alla de-pavimentazione degli spazi urbani cementificati” ha specificato il Dott. Degl’Innocenti.
Il Piano, nato da una collaborazione multidisciplinare che ha visto coinvolti Università, centri di ricerca, Associazioni per la conservazione e la tutela della Natura con una progettazione partecipata durata diversi anni, è operativo dal 2022 e i suoi obiettivi sono:
- migliorare le condizioni complessive del territorio comunale dal punto di vista ecologico e dei servizi ecosistemici
- approfondire e sviluppare l’analisi degli spazi aperti e del verde pubblico e privato attuali, al fine di pianificare le nuove aree verdi e definire gli indirizzi e i criteri per la progettazione
- individuare le possibili connessioni ecologiche tra diverse aree includendo anche le infrastrutture blu fornendo le prescrizioni per la mitigazione delle infrastrutture grigie
- pianificare e gestire il verde pubblico in modo da aumentare la biodiversità del territorio
- prevedere, dove possibile, la realizzazione di aree verdi con funzione di mitigazione degli impatti antropici
- promuovere azioni di informazione, sensibilizzazione e coinvolgimento attivo di tutti i portatori di interesse nella co-gestione partecipata e inclusiva del verde
Il primo progetto operativo di ampliamento dell’infrastruttura verde urbana ha visto non solo la messa a dimora di 10.000 alberi all’interno di aree verdi periferiche, non alberi forestali, ma piccoli alberi di altezza media di 2,5 – 3 metri – la prima operazione di questo tipo realizzata in Italia – ma anche lo sviluppo di un piano di gestione delle alberature, uno strumento innovativo che dà una visione e una proiezione nel tempo dello stato di salute della foresta urbana individuando indicatori che misurino efficacia ed efficienza delle attività fatte anche con l’ausilio della tecnologia.
“L’idea – ci spiega – è quella di implementare una serie di controlli fatti con un laser scanner per la rilevazione della variazione dei dati biometrici del verde pubblico; la mappatura consentirà anche un intervento tempestivo sulla vegetazione prevenendo problematiche gravi come quelle della caduta di alberi in condizioni critiche.”
Si tratta dunque di un approccio unico alla gestione del patrimonio verde nel suo complesso: “a Padova l’ 1,7% del territorio complessivo è coperto dalla chioma di da alberature pubbliche, ma se si considerano anche le alberature in aree private la superficie coperta dalle chiome sale al 18%, un valore che fra 30 anni dovrà diventare il 30%. Il nostro è sicuramente un intervento che va nella giusta direzione indicando la strada a una visione di sistema dove pianificazione, gestione, progetto e regolazione devono essere coordinati per produrre esiti efficaci” afferma Degl’Innocenti, che evidenzia che “a livello nazionale vi è una carenza di pianificazione, di appropriate regole di progettazione, di strutture stabili e coordinate di gestione e di risorse economiche per la manutenzione del verde in confronto a nazioni europee dove i dati sono drasticamente differenti. In Francia e in Germania lo stanziamento medio annuo per la manutenzione del verde pubblico è di 3 – 4 euro/ metro mentre a Milano è di circa 1 euro. La struttura del verde pubblico a Padova ha in forza 10 giardinieri; pur con le dovute proporzioni in una città come Vienna i giardinieri pubblici sono 800 a cui si sommano 800 lavoratori stagionali. Purtroppo non è solo una questione economica: mancano competenze, conoscenze e un’attività sistemica di trasferimento di saperi che in Italia non c’è ancora. Nel nostro Paese manca ancora una cultura del verde e del valore economico che il verde genera”.
Per approfondire questo aspetto, vi rimandiamo all’intervista che la Dott.ssa Benedetta Lucchitta, ricercatrice presso il Centro di ricerca Green ci ha rilasciato qualche mese fa proprio sul tema del contributo del capitale naturale alla crescita economica attraverso la misurazione e la valutazione dei servizi ecosistemici.
Un’ultima riflessione con il Dott. Degl’Innocenti non poteva non riguardare l’approvazione da parte del Parlamento Europeo – nel luglio 2023 – della Nature Restoration Law di cui anche noi di Harpo abbiamo parlato QUI.
Su questo argomento Degl’Innocenti si accalora: “Il Regolamento Europeo si presta a scardinare ostacoli causati da chi ancora non ha consapevolezza dell’urgenza di intervenire alla ripresa della biodiversità e della resilienza della natura in tutte le zone terrestri e marine dell’UE mediante il ripristino degli ecosistemi. Può essere un valido strumento per promuovere le infrastrutture verdi tecnologiche a discapito delle infrastrutture grigie però è necessario ci sia conoscenza, consapevolezza e capacità di esercitare una governance amministrativa e politica che sappia gestire il processo e avere contemporaneamente anche una tensione agli esiti. Purtroppo le infrastrutture verdi si confrontano con i tempi della natura mentre la visione della gestione si confronta prevalentemente con scenari a breve termine. Io ho la fortuna di operare in un’amministrazione che ha acquisito sensibilità su queste tematiche ma il panorama italiano è purtroppo molto spesso green washing: vengono spese tante belle parole ma in sostanza non si ha percezione della complessità che comporta, nel lungo periodo, la gestione di un sistema-verde”.
Il dibattito è cogente, noi di Harpo verdepensile vogliamo contribuire a costruire cultura sulle tecnologie vegetate. Da pochi giorni è uscito il primo numero del Magazine Harpo, un nuovo strumento di divulgazione che si occuperà delle tematiche centrali del mondo delle NBS e delle infrastrutture verdi urbane.
La prima raccolta è dedicata all’ACQUA: elemento vitale della nostra esistenza. In un’epoca in cui il cambiamento climatico e gli eventi meteorologici estremi mettono in discussione la disponibilità o la carenza di acqua d’acqua, la sua gestione diventa essenziale per la sostenibilità delle città del futuro.
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