Il verde pensile in ambito mediterraneo: performance, strumenti, norme e promozione. Un confronto con il Prof. Matteo Fiori, Politecnico di Milano

Per mitigare gli effetti del cambiamento climatico è divenuto ormai urgente diffondere e utilizzare in modo massivo le “Nature-based solutions” in ambiente urbano. 

Noi di Harpo verdepensile da oltre 20 anni ci siamo impegnati per lo sviluppare  sistemi tecnologici per il  verde pensile specifici per il clima mediterraneo che rispettino le indicazioni della norma UNI 11235/2015, con il fine ultimo di contribuire alla definizione di una infrastruttura verde d’elezione in grado di contribuire in diversa misura a mitigare le problematiche generate dal cambiamento climatico: favorendo la mitigazione delle temperature e delle isole di calore, contribuendo alla regimazione della acque, supportando la biodiversità e fornendo un importante contributo alle prestazioni energetiche di un involucro edilizio.

Per approfondire in particolare quest’ultimo argomento abbiamo intervistato il Prof. Matteo Paolo Giovanni Fiori, Professore associato al Dipartimento ABC del Politecnico di Milano che, oltre all’impegno didattico, svolge attività di ricerca rispetto all’involucro edilizio e al suo funzionamento.

Gentile Prof. Fiori, l’ ambizione e la passione che motiva ogni giorno noi di Harpo verdepensile è quella di sviluppare una tecnica e divulgare una cultura dell’adozione di soluzioni Nature-based pensate in maniera specifica per il clima mediterraneo. Per iniziare, potrebbe fornirci una breve introduzione sulle principali performance tecniche del verde pensile nel contesto di questo specifico clima?

“Mi fa piacere che la domanda si riferisca all’ambito mediterraneo! Infatti, vi sono molte peculiarità di questo clima che rendono il verde pensile molto compatibile con le condizioni climatiche tipiche del Mediterraneo. In particolare, quelle inerenti al controllo del flusso di energia in stagione estiva che permettono un considerevole aumento delle condizioni di benessere e un risparmio di energia. Si tenga in conto che i giardini pensili permettono di controllare anche i fenomeni connessi all’aumento dell’intensità della piovosità, recentemente molto amplificati nelle nostre regioni”.

In queste settimane ci troviamo nel pieno dell’estate con ondate di calore estreme. Quali sono le prestazioni del verde pensile nella riduzione dei flussi di energia in entrata durante la stagione estiva, un tema a cui dedica gran parte della sua attività didattica, di ricerca e divulgazione? 

“La presenza dei normali fenomeni di evapotraspirazione della vegetazione e i fenomeni di evaporazione dell’acqua normalmente presente nel terreno, implicano il consumo di energia all’interno del sistema di copertura. Tale consumo di energia avviene per sottrazione di quella che verrebbe immessa all’esterno del sistema ‘copertura’ con conseguente riduzione dei flussi ENTRANTI nell’edificio e FUORIUSCENTI all’esterno.

Le variabili che influenzano il comportamento di una copertura a verde rispetto ai flussi di energia sono sia intrinseche (caratteristiche degli elementi e strati della copertura, in particolare, lo strato di vegetazione) sia connesse all’ambiente confinato interno (condizioni di temperatura) sia connesse all’ambiente esterno (condizioni climatiche, in particolar modo temperature, piovosità). In stagione estiva, questa riduzione di temperatura è legata al fatto che la temperatura superficiale di intradosso della copertura risulta più bassa in una copertura a verde rispetto a una copertura tradizionale, a parità di condizioni: è il risultato della riduzione del flusso di energia della copertura.

Più la temperatura di intradosso è ridotta, minore è lo scambio radiativo fra il corpo umano e tale superficie e, quindi, il corpo umano stesso sarà in migliori condizioni di benessere. Come conseguenza si ha che le coperture a verde migliorano la qualità ambientale interna e hanno un impatto positivo sul comfort termico interno ed esterno. L’implementazione di coperture a verde porta a una riduzione delle temperature della città durante la stagione estiva e, quindi, permette una maggiore vivibilità, proprio in termini di maggiori orari di possibile fruizione giornalieri.

Anche in questo caso, molti studi sono stati condotti e hanno evidenziato una riduzione delle temperature dell’ambiente esterno delle città di alcuni gradi. Si deve fare una precisazione: è chiaro che un parametro significativo rispetto all’efficacia della soluzione è, anche, la densità delle coperture a verde rispetto alle superfici edificate. Maggiore è tale densità, maggiore è l’efficacia”.

Quali sono gli strumenti che possono far convergere amministrazioni e committenti verso risultati efficienti?

“È evidente che sono necessari strumenti di pianificazione urbana per gestire al meglio questa situazione e prevedere, soprattutto in situazione di rigenerazione che di espansione edilizia, vincoli al fine di avere certezza del risultato. Laddove siamo in presenza di spazi già edificati, la modifica delle coperture (si ricorda che anche le coperture che coprono zone interrate possono essere trasformate a verde) prevede, oltre che una verifica rispetto alla compatibilità urbanistica e paesistica, anche verifiche in termini delle prestazioni strutturali degli edifici esistenti. Le coperture di un edificio rappresentano un potenziale enorme in termini di superficie da utilizzare come elemento che possa contribuire in modo attivo per migliorare il clima urbano e le condizioni di benessere dei fruitori dell’edificio stesso”.

Nonostante le evidenze scientifiche testimoniano l’importanza di adottare soluzioni basate sulla natura per aumentare la resilienza dei centri urbani agli effetti del cambiamento climatico vi sono però ancora molte resistenze da parte degli Amministratori pubblici o anche di grossi committenti nell’utilizzare in maniera più pervasiva in ambito urbano le soluzioni ispirate alla natura. A cosa è dovuta secondo Lei questa difficoltà?

“Direi che si tratta di una resistenza basata sulla scarsa conoscenza degli effettivi vantaggi! Uno degli elementi di resistenza è il costo.

È chiaro che una copertura a verde ha un costo, sia in termini di costruzione che di gestione, superiore a quello di una copertura tradizionale ma, questo, senza valutare i vantaggi intrinseci sia sull’edificio stesso sia sull’ambiente urbano che sono molteplici, anche a livello economico. Solo per fare un piccolo esempio, una membrana impermeabile di una copertura a verde è protetta dagli agenti atmosferici (raggi UV, grandine, ecc.) e ha una durata almeno doppia rispetto a quella di una copertura con membrana a vista.

Per non parlare poi di LCA, che valuta l’impronta ambientale di un prodotto o di un servizio, lungo il suo intero ciclo di vita e di GWP, potenziale di riscaldamento globale del ciclo di vita, che valuta il contributo all’effetto serra di un gas serra relativamente all’effetto della CO2: su questi elementi, che ormai sono una necessità strategica in termini progettuali, una copertura a verde è straordinariamente efficiente”.

Dal 1999 al 2005 il Prof. Fiori ha coordinato il gruppo di lavoro ad hoc “Coperture a verde. Istruzioni per la progettazione e l’esecuzione di coperture a verde” con la relativa pubblicazione della normativa UNI 11235: 2007 e successivamente ha coordinato la sua revisione nel 2015. Le chiediamo: quanto è importante avere una normativa specifica per la progettazione ed esecuzione di coperture a verde? 

“Il processo edilizio (progettazione, esecuzione, gestione) comporta la presenza di molteplici attori, tutti con una propria specificità. Ma è solo la messa a sistema di queste competenze che permette di raggiungere un risultato corretto. La norma UNI 11235 ha proprio questo come obiettivo: sistematizzare le conoscenze, facendo in modo che non vi siano “zone d’ombra” in termini di responsabilità. Contiene, quindi, tutte quelle informazioni progettuali, esecutive e gestionali, devo dire molto in dettaglio, che sono una base di partenza condivisa, molto utile, che permette anche di ridurre eventuali contenziosi: chiaramente, il Progetto (con la P maiuscola!) è altro e molto più complesso. Vuole essere anche uno strumento di supporto alle pubbliche amministrazioni, qualora volessero inserire il riferimento normativo nei propri documenti, per esempio, per classificare il verde pensile in base ad alcune prestazioni fondamentali: fruibilità, manutenzione, coefficiente di deflusso ed attitudine alla biodiversità”.

Infine, per un decennio dal 1998 al 2008 il Prof. Fiori è stato Presidente dell’Associazione Italiana Verde Pensile (AIVEP). Quali sono le competenze, gli obiettivi e le attività dell’Associazione nazionale secondo lei Prof. Fiori?

“L’AIVEP promuove l’utilizzo del verde pensile presso cittadini, pubbliche amministrazioni e tecnici di settore.

Il comitato direttivo ha, al suo interno, le molteplici (e più importanti) esperienze professionali che spaziano dalla progettazione, alla produzione, alla gestione e alla ricerca con l’obiettivo di ‘essere sempre al passo con la situazione di mercato’.

Solo continuando a comunicare, appunto, a tutti i livelli sopra citati, quali siano i vantaggi del verde pensile è possibile implementare il suo utilizzo: solo convincendo, ad esempio, le amministrazioni pubbliche, sui vantaggi per i cittadini, sarà possibile l’inserimento di queste soluzioni negli strumenti di pianificazione urbanistica.

Solo attivando corsi di formazione si potranno avere tecnici in grado di scegliere in modo corretto le soluzioni.

Questi sono gli obiettivi nel breve e medio termine da attuare, in primis, per incrementare il numero di soci e permettere di avere maggiori risorse a disposizione per implementare le attività”.

Noi di Harpo verdepensile ringraziamo il Prof. Matteo Fiori per il suo intervento, riconoscendo l’importanza di collaborare strettamente con il mondo accademico, gli operatori del settore e tutti gli stakeholder coinvolti. 

Questo blog e questa intervista rappresentano per noi un’opportunità per condividere e costruire valore insieme, con una visione a lungo termine. Crediamo fermamente nella divulgazione come stimolo per un miglioramento continuo e attivo delle competenze di tutti i professionisti del settore del verde pensile tecnologico.

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