La manutenzione dei sistemi a verde pensile. Ne parliamo con Daniele Conte e Serena Preto, paesaggisti del Il Germoglio, cooperativa sociale

Il successo prestazionale della copertura a verde è subordinato, oltre che ad un uso appropriato dei sistemi in funzione delle aspettative ed obiettivi progettuali, anche alla regolare esecuzione di interventi di manutenzione. Data per scontata la corretta progettazione ed esecuzione di un’opera, gran parte dei problemi che si possono presentare nel tempo dipendono da mancata o errata applicazione dei provvedimenti di manutenzione. La manutenzione si definisce come l’efficienza che deve essere mantenuta e la regolarità dei controlli che devono essere opportuni, cioè adeguati in qualità, quantità e tempistica. 

Recita così l’incipit del nostro Manuale di manutenzione Harpo verdepensile.

Per approfondire questa tematica strategica abbiamo incontrato Daniele Conte e Serena Preto, paesaggisti presso la Cooperativa sociale Il Germoglio di Robegano di Salzano, Venezia.

Il Germoglio è una delle aziende che per prime in Italia ha creduto, testato e proposto ai suoi clienti i sistemi a verde pensile; l’incontro con Harpo nei primi anni Duemila e la formazione dei suoi collaboratori presso la nostra azienda ha reso possibile un sodalizio ed un rapporto di reciproca fiducia che ha portato allo sviluppo di progetti innovativi e di grande impatto. 

“Gli esordi della nostra collaborazione con Harpo ci hanno visto realizzare i sistemi a verde pensile dell’Orto Botanico di Padova, con lo studio VS associati, architetti Fabrizio Volpato e Giorgio Strappazzon e la copertura della cantina vinicola Zýmē sita nel cuore della Valpolicella, con l’arch. Moreno Zurlo – A.c.M.e. Studio Associato di Architettura.

Grazie a questi interventi abbiamo compreso le potenzialità del verde pensile da un punto di vista ambientale ed abbiamo potuto apprezzare la qualità prestazionale dei sistemi proposti da Harpo, oltre al supporto tecnico che l’azienda fornisce anche a posatori e manutentori nello sviluppo del progetto. Non da ultimo, Harpo per noi è stato da subito sinonimo di serietà, garanzia e qualità perché – anche quando il verde pensile era una tecnologia poco conosciuta e diffusa – è sempre stata un’azienda rispettosa della norma tecnica UNI 11235, norma che definisce i criteri di progettazione, esecuzione, controllo e manutenzione di coperture continue a verde, in funzione delle particolari situazioni di contesto climatico, di contesto edilizio e di destinazione d’impiego.

Foto: Calzaturificio Fossò, Venezia

Per approfondire leggi il nostro articolo: L’importanza di un giardino pensile a norma 

Per tutti questi valori abbiamo scelto Harpo verdepensile, ne siamo diventati applicatori fiduciari  e continuiamo a proporre i suoi prodotti per la sicurezza e l’affidabilità dei sistemi ancora di più oggi che la necessità di ricorrere a soluzioni nature-based è diventata cogente per mitigare gli effetti devastanti del cambiamento climatico”. 

Daniele Conte e Serena Preto provengono dal mondo dell’agraria e si sono successivamente specializzati nella progettazione del verde.

Nel processo di realizzazione del verde pensile intervengono già nella fase di capitolato predisponendo un preventivo che comprende non solo la posa ma anche la manutenzione della realizzazione per la messa a regime dell’opera. 

“I sistemi pensili sembrano complessi in sé ma noi ormai abbiamo acquisito un automatismo nel comprendere quale pacchetto proporre in una determinata situazione; di conseguenza anche la realizzazione e la manutenzione diventano semplici perchè Harpo ci offre soluzioni complete che risolvono tutti gli aspetti tecnici che troviamo in copertura” ci spiega Daniele.

“Le perplessità nella fase progettuale ed anche operativa provengono da tecnici o professionisti non ancora formati in quest’ambito. Infatti se da un lato c’è maggiore consapevolezza su quello che dovrà essere il ruolo del verde come strumento che apporta valore ambientale, sociale ed economico, dall’altro spesso troviamo tecnici che non hanno competenza di verde pensile, dunque non sanno gestirlo, oppure progettisti e committenti che non sanno di cosa ha bisogno il verde per sopravvivere. Da qui richieste inusuali che spesso derivano da una sola esigenza estetica. Le piante però sono esseri viventi che collochiamo in un contesto artificiale, a sua volta inserito all’interno di ambienti molto differenziati. Bisogna considerare e spiegare a progettisti e committenti questi aspetti con attenzione se vogliamo dare una soluzione corretta per apportare benefici sostenibili nel tempo.” aggiunge Serena.

La realizzazione di verde pensile tecnologico coinvolge figure  multidisciplinari come l’ingegnere, il progettista, l’agronomo, il tecnico, il paesaggista, il giardiniere e l’applicatore, l’ impiantista , noi di Harpo verdepensile – con i nostri sistemi e le nostre competenze – supportiamo tutti i professionisti coinvolti, al fine di raggiungere il miglior risultato finale per tutti. 

Approfondisci questa tematica leggendo il nostro articolo: Lo sviluppo di un sistema a verde pensile tecnologico richiede l’affidabilità di tutta la filiera.

Foto: Green Roof Allianz, Trieste

Daniele e Serena ci tengono a ricordare che il giardino verde sul tetto non è un giardino verde a terra; in copertura la “manutenzione è più facile perchè è un contesto chiuso, facilmente controllabile; ci spieghiamo meglio, il terriccio Harpo è esente da specie infestanti, l’irrigazione la si controlla con un impianto, resta solo da verificare il corretto accrescimento delle piante; Le piante mediterranee sono resistenti, sono essenze botaniche che hanno bisogno di meno acqua, stanno bene sotto il sole. Sono piante che crescono un pò più lentamente;  si arriva allo stato ottimale di copertura con un pò di tempo in più ma alla fine il verde mediterraneo è quello più flessibile, adattabile e con un grado di manutenzione limitato”.

Una soluzione che unisce la rapida copertura del substrato, la ridotta richiesta idrica e una manutenzione limitata può essere il prato naturale. “Quest’ultimo richiede interventi di manutenzione minimi, quali indicativamente due sfalci all’anno nei primi due anni e una concimazione alla ripresa vegetativa (indicativamente febbraio-marzo)” – anche la cooperativa Il Germoglio si affida all’esperienza della Dott.ssa Assolari di SemeNostrum per realizzare tetti verdi a prato naturale.

Come ricorda il nostro manuale, ogni posa va seguita in quella che è poi una fase di collaudo dell’opera che si esaurisce dopo che le piante hanno completato almeno un ciclo vegetativo. 

“Per i progetti più virtuosi inseriamo nel contratto già un anno di manutenzione in maniera da portare la realizzazione a regime. La manutenzione – in qualità e quantità di tempo – dipende dalle essenze; con il sedum a seconda della tipologia ci sono un numero di interventi manutentivi differenti. Il terriccio Harpo verdepensile è fornito esente da semi infestanti ma sappiamo bene che la scerbatura è sempre un’operazione necessaria e più frequentemente la si fa prima aiutiamo la pianta a chiudere la luce del terriccio e prima si riesce ad arrivare ad un pronto effetto”, ci racconta Serena che aggiunge: “la scerbatura sia del sedum che dei piccoli cespugli, arbusti, piante erbacee perenni è un’operazione necessaria da fare soprattutto nell’arco della prima stagione vegetativa; bisognerà prevedere un numero di interventi che varia a seconda delle specie inserite, della loro grandezza e densità. Inoltre è sempre necessario prevedere l’impianto di irrigazione fondamentale soprattutto all’inizio, affinché  la pianta attecchisca e diventi più resistente”.

I paesaggisti della Cooperativa Il Germoglio sottolineano come: “ci si gioca la riuscita dell’intero progetto nell’anno iniziale dell’attecchimento quando la pianta si crea e costruisce il proprio apparato radicale”.

Un contributo importante alla resa del verde pensile viene fornito anche dal terriccio Harpo TerraMediterranea che, come ci confermano Daniele e Serena: “è un terriccio sciolto che non ha sostanza organica in cui però le piante lavorano benissimo tramite l’esplorazione radicale: noi vediamo che la stessa pianta messa a terra o su terriccio Harpo presenta una differenza incredibile nell’accrescimento e nello sviluppo. Fermo restando la corretta gestione della concimazione, abbiamo sperimentato che le piante, se adeguatamente mantenute, raggiungono uno stato vegetativo di equilibrio che si protrae per decenni. Il raggiungimento di uno stato di equilibrio comporta a regime un ricircolo della sostanza organica della pianta stessa: le radici muoiono, le foglie cadono ma tutto rientra in circolo e quindi diventa un giardino che si auto-mantiene”. 

La messa a regime e la manutenzione ordinaria del verde pensile è senz’altro una voce onerosa all’interno di un capitolato ma l’intervento è strategico affinchè la realizzazione duri nel tempo. 

“Ogni manutenzione è per noi un’esperienza diversa, dobbiamo avere la sensibilità di accorgerci di come le piante, esseri viventi, rispondono ad una specifica e puntuale situazione. Osservazione e curiosità sono per me 2 aspetti fondamentali del nostro lavoro” aggiunge Daniele.

Noi aggiungiamo, cogliendo l’enfasi con cui Daniele e Serena ci raccontano le varie esperienze accumulate in questi anni di lavoro, che è necessaria anche moltissima competenza e creatività, intese come la capacità di trovare soluzioni nuove ed utili per risolvere situazioni difficilmente prevedibili. 

Ingegnosi sistemi di irrigazione per prati naturali, fioriere senza fondo appoggiate direttamente sul sistema a drenaggio continuo, gestione customizzata della concimazione sono solo alcune delle proposte da loro ideate per gestire al meglio la manutenzione del verde in copertura. 

Vi invitiamo a visitare il sito della Cooperativa Il Germoglio  per approfondire la loro attività e, naturalmente, potete contattare anche noi di Harpo verdepensile per prenotare una consulenza o richiedere un preventivo personalizzato per il vostro progetto di verde in copertura.

>> https://www.harpoverdepensile.it/contatti/