Le coperture a verde pensile sugli edifici offrono notevoli vantaggi: abbattono le temperature, migliorano il comportamento termico dell’edificio, soprattutto in estate, contribuiscono in modo significativo a migliorare la qualità dell’aria intrappolando le polveri sottili e ottimizzano la gestione delle acque meteoriche. L’architetto Tiziana Monterisi, esperta di architettura bioecologica,
sostiene da tempo questo orientamento green promuovendo lo sviluppo di nuovi modelli abitativi ecologici attraverso l’uso di materiali naturali per creare edifici a elevata efficienza energetica e a impatto zero. Nel 2016, è diventata CEO e co-fondatrice di Ricehouse, una società benefit che sfrutta gli scarti del riso come materia prima per costruzioni sostenibili. È stata selezionata da CLEVER CITIES e dal Comune di Milano per il bando “Rinverdiamo Milano – Il verde su tetti e pareti” come progettista esperta.
Da molto tempo utilizza i sistemi di Harpo verdepensile per le sue realizzazioni sia pubbliche che private.
“La mia collaborazione con Harpo verdepensile è iniziata nel 2008 con il progetto di riqualificazione di un edificio di archeologia industriale a Biella per la sede di Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, dove ho realizzato un tetto giardino di 200 mq con i sistemi tecnologici Harpo” ci racconta l’architetto Monterisi.
Cittadellarte è un luogo che accoglie artisti, scienziati, attivisti, imprenditori, studiosi, amministratori, coltivatori, designer, architetti, medici e rappresentanti istituzionali dove l’arte viene vissuta e insegnata come strumento per trasformare responsabilmente la società.
“La collaborazione è continuata infatti con il progetto del tetto verde Superstudio, realizzato 10 anni fa in via Tortona a Milano. Questo giardino pensile, di 750 mq, è stato realizzato con pacchetto estensivo drenante Harpo verdepensile. In occasione di Expo 2015, è stato realizzato l’allestimento Coltivare la città – La risaia sul tetto comprendente una risaia, un orto e una casa di paglia di riso e legno, simbolo di una rinascita civile, ambientale, sociale ed energetica. Questo tetto verde è diventato un orto sociale curato dalle pensionate della zona, parte del progetto Coltivare la città di Novacivitas”.
Il progetto dell’orto pensile non voleva essere un’esperienza singola fine a sé stessa, ma un concetto di riqualificazione energetica e ambientale da trasmettere e riprodurre in larga scala. Ad arricchire l’obiettivo, l’intervento dell’artista Michelangelo Pistoletto, dalla cui mente è nata l’installazione green Terzo Paradiso: un vero e proprio giardino pensile che connette centro urbano e periferia in un’armoniosa triade di cerchi dalla forte valenza simbolica – la natura, l’artificio e l’unione tra città e campagna.
“Il Terzo Paradiso è la fusione fra il primo e il secondo paradiso. Il primo è quello in cui gli esseri umani erano totalmente integrati nella natura. Il secondo è il paradiso artificiale, sviluppato dall’intelligenza umana, fino alle dimensioni globali raggiunte oggi con la scienza e la tecnologia. Il Terzo Paradiso è la terza fase dell’umanità, che si realizza nella connessione equilibrata tra l’artificio e la natura, è il passaggio a uno stadio inedito della civiltà planetaria, indispensabile per assicurare al genere umano la propria sopravvivenza. A tale fine occorre innanzitutto ri-formare i principi e i comportamenti etici che guidano la vita comune”.
Michelangelo Pistoletto
Alcune delle signore pensionate che curavano l’orto del Superstudio, residenti nelle case popolari ALER (Azienda Lombarda Edilizia Residenziale Milano) di via Russoli, nella periferia sud di Milano in zona Moncucco, vicino al Parco agricolo sud, hanno trainato l’intervento di riqualificazione delle Torri Risorsa che si è concluso – dopo una progettazione condivisa e partecipata – alla fine del 2023.
“Il progetto di rigenerazione sociale e urbana delle Torri Risorsa di via Russoli è nato proprio grazie a queste sciure”, racconta l’arch. Monterisi. “Realizzando il progetto per le loro case popolari abbiamo non solo reso efficienti da un punto di vista energetico gli edifici ma tutti i tetti piani, che non erano accessibili ma erano strutturalmente adatti, sono stati convertiti in orti e giardini pensili per un totale di 3500 mq distribuiti tra le quattro torri di nove piani che compongono il complesso residenziale.
Tutta la copertura è stata trasformata con un progetto di verde realizzato con sistemi estensivi Harpo verdepensile. I tetti sono divisi in orti, frutteti con mele, pere e melograni scelti dagli inquilini, prati per attività ricreative ed eventi oltre a siepi con frutti di bosco. L’area totale degli orti è di 1500 mq. Tutte le essenze sono state selezionate con attenzione alla biodiversità e in collaborazione con gli inquilini per garantire la produzione di cibo”.
Il processo che ha portato alla realizzazione del progetto è durato oltre 10 anni ed è iniziato con un percorso di progettazione partecipata con gli abitanti che ha visto partner l’Università IULM oltre a diverse associazioni locali.
L’importanza di questa metodologia viene così spiegata dall’arch. Monterisi: “Il coinvolgimento degli abitanti di via Russoli ha permesso di far comprendere loro l’importanza della condivisione degli spazi. Gli orti sono comuni e accessibili a tutti gli inquilini, che possono partecipare volontariamente alla loro coltivazione. La manutenzione degli orti è affidata a una cooperativa sociale che reintegra ex-carcerati, nell’ambito del progetto CLEVER CITIES. Gli inquilini, molti dei quali sono pensionati, possono impegnare il loro tempo negli orti, scambiando socialità e producendo frutta e verdura a costo zero, disponibile anche per chi è anziano o malato. Questo approccio partecipativo, già sperimentato con il SuperOrto, ha dimostrato l’efficacia della condivisione. La frutta e la verdura raccolte vengono suddivise tra chi ha lavorato e il surplus viene distribuito agli altri inquilini, rafforzando ulteriormente il senso di comunità”.
Dal punto di vista tecnico, “il tetto verde è stato realizzato con i sistemi Harpo verdepensile, la stratigrafia di ogni area è stata sviluppata con grande competenza dall’ufficio tecnico di Harpo verdepensile a seconda della destinazione d’uso, gli spessori dunque variano dai 15 ai 40 cm; è stata creata al di sotto del giardino una rete multidirezionale di canali pervi all’acqua che consentono un drenaggio continuo su tutta la superficie senza interruzioni. Inoltre sono state progettate quattro vasche di raccolta delle acque meteoriche cosicché solo una piccola parte viene rilasciata direttamente alla rete fognaria” dettaglia la progettista.
CLEVER CITIES ha anche finanziato parte del monitoraggio ambientale dell’opera complessiva di riqualificazione, che verrà eseguito dal Politecnico di Milano per due anni, per valutare l’invarianza idraulica, l’isola di calore, la biodiversità e la CO2 sequestrata.
“Il progetto del verde è centrale in questa riqualificazione. Non solo ha un impatto ambientale, che il Politecnico di Milano documenterà scientificamente, ma offre anche spazi di socialità che possono produrre cibo, riducendo i costi economici. Questo sposta la visione dell’architettura da fine a mezzo: l’architettura diventa uno strumento per migliorare la qualità della vita. In via Russoli, l’unione di queste componenti e il progetto partecipato, con i residenti che sognavano l’orto, hanno fatto sì che tutti si impegnassero per realizzare questo sogno”.
Anche in via Russoli è stato ricreato il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto, una richiesta degli stessi residenti per il suo significato fortemente simbolico.
Il Terzo Paradiso, con i suoi 500 mq destinati agli eventi pubblici, è circondato da vasche con orti e camminamenti segnati da piccoli frutti, integrato centralmente tra le quattro torri. È visibile dall’alto delle torri e vivibile a livello del terreno.
Ci spiega ancora l’architetto: “La proprietà pubblica ALER sta definendo come rendere accessibile questo spazio e una delle torri alte: un’innovazione sociale dirompente perché trasforma la percezione delle case popolari, prima viste come aree degradate, in un fulcro di quartiere. Adesso le quattro torri sono un punto di riferimento per la comunità, con associazioni che collaborano e attraggono persone per attività ricreative varie come corsi di inglese, uncinetto, burraco, teatro, danza terapia e, da quest’anno, l’orto”.
Il processo di progettazione non è stato sempre facile però. “Partecipavo alle riunioni con i residenti e ho dovuto affrontare diverse resistenze. Le preoccupazioni principali riguardavano i costi aggiuntivi di manutenzione e il rischio di infiltrazioni. Grazie alle sciure che già avevano collaborato alla cura dell’orto presso SuperStudio è stato possibile superare i dubbi: un tetto giardino non solo non aumenta i costi di manutenzione, ma offre anche spazi di socialità. Questi spazi sociali creano posti di lavoro e generano delle microeconomie in grado di coprire i costi di manutenzione stessi. Infine, quando abbiamo completato il cantiere lo scorso dicembre, dopo le forti piogge dell’autunno, gli appartamenti non avevano più infiltrazioni d’acqua. Gli abitanti hanno visto che il tetto era asciutto grazie al drenaggio continuo integrato nei sistemi Harpo verdepensile, che ha contribuito a convincere definitivamente anche i più scettici. La paura dei costi aggiuntivi e delle infiltrazioni erano domande comuni, ma abbiamo dimostrato che queste preoccupazioni potevano essere affrontate con successo.” conclude l’architetto Monterisi.
Le Torri Risorsa di via Russoli sono di fatto una piccola azienda agricola
di 3500 mq, il primo tetto verde di tale dimensione installato su case popolari in Italia: rappresentano un segnale importante da parte del settore pubblico. L’esempio di Milano, che ha recentemente e con vigore investito nella promozione dei tetti giardino e delle facciate verdi verticali, dovrebbe essere seguito in tutte quelle aree fortemente urbanizzate per riportare a verde quello che è cementato in fondazione.
Noi di Harpo verdepensile da oltre 20 anni crediamo e sosteniamo il potenziale delle Nature based-solutions prestazionali e creatrici di valore e abbiamo contribuito – grazie a collaborazioni di alto valore come quella con l’architetto Tiziana Monterisi – a realizzare luoghi di qualità per città resilienti e sostenibili, costruiti su misura nel contesto sociale, culturale e ambientale in cui vanno a innestarsi.